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Il terreno migliore per il porro, è un terreno leggero, areato, con un ph che vari tra un valore pari a sei ed un valore pari a sette. Il terreno va preparato in profondità, poiché la pianta è dotata di un apparato radicale fascicolato che può raggiungere anche i cinquanta centimetri di profondità. Il terreno deve essere misto, composto da sabbia, torba e ghiaia, elementi che favoriscono il drenaggio, evitando la formazione di ristagni idrici. Il terreno va fertilizzato prima della semina, o della messa a dimora delle piante; la concimazione va effettuata con del letame maturo, che potrà essere acquistato in specifici punti vendita. Il terreno deve essere vangato e preparato prima della semina, mentre a seguito, non sono necessari ulteriori interventi di concimazione. Il porro, predilige un clima fresco e mite, tipicamente mediterraneo, mentre non trova condizioni ideali di crescita nei climi umidi e fortemente piovosi.
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Del porro, viene utilizzata principalmente la parte bianca, mentre le foglie verdi vengono completamente eliminate. Per favorire un maggiore sviluppo della parte bianca, viene rincalzato il terreno intorno al fusto, coprendo la parte bianca, per evitare che il terreno stesso, arrivi alle foglie. Nel periodo della stagione vegetativa, il terreno tende alla secchezza, per cui è preferibile che venga effettuata la pacciamatura, operazione che consente di aumentare il tasso di umidità. Il porro è una pianta facilmente incline all’attacco di inetti che potrebbero comprometterne la crescita: la coltivazione ideale, va effettuata dunque insieme ad altre verdure ed ortaggi, come le carote, i cavoli, il sedano, i pomodori, l’insalata, che tendono ad allontanare mosche e insetti, particolarmente dannosi, per la crescita della pianta. Il porro è una pianta che necessita di moltissima acqua, circa tre litri per ogni singola fila; le irrigazioni vanno eseguite con una frequenza media di tre volte a settimana, in piena estate, e di una sola volta a settimana durante i periodi freddi.
Se le piantine vengono messe a dimora direttamente in terra, sarà necessario eseguire un’operazione di diradamento che consiste nell’estirpare le piante meno cresciute, per lasciare spazio solo a quelle sane. Oltre alla pacciamatura e all’irrigazione, bisognerà eliminare dal terreno le erbe infestanti ed eseguire operazioni di vangatura del terreno, se necessario. La raccolta va effettuata servendosi di una zappa, scavando attorno ai bulbi e facendo sempre attenzione a non danneggiarli. Il porro, come la maggior parte delle piante, non è immune dall’attacco di insetti, funghi e muffe: In particolare, può essere vittima di patologie crittogame, come la poronospora e la ruggine, causate da un accumulo di acqua. Gli insetti, invece tendono ad attaccare i bulbi: se l’attacco avviene in modo massiccio, la pianta va estirpata o bruciata, per evitare che danneggi anche le piante limitrofe. Il porro è una alimento benefico, ampiamente utilizzato in diete equilibrate: combatte diverse patologie come l’artrite, la gotta, la stipsi, e diversi altri disturbi relativi all’apparato digerente, poiché contiene molta acqua, Sali minerali e vitamine.
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