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I pannelli isolanti devono rispondere a determinate caratteristiche, prima fra tutti la salubrità, ovvero non nocività sulla salute dell'uomo. Poi c'è la coibenza (capacità di non disperdere il calore prodotto), l'accumulazione (capacità di mantenere il calore) e non ultima la igroscopicità (capacità di assorbire vapore acqueo e di ricederlo). Nel caso dei pannelli in lana di pecora che è rinnovabile e biodegradabile, questa risponde perfettamente alle esigenze dell'edilizia. Infatti possiede un alto grado di idroscopicità ( fino al 30%) e grazie alla sua particolare microstruttura non manifesta umidità e cede lentamente l' acqua assorbita, perciò è particolarmente indicato il suo impiego per le strutture di legno. Nella posa dei pannelli è importante considerare anche i collanti, tra cui la spuma, largamente diffusa, che potrebbe a lungo andare, e in un edificio non abbastanza ventilato, creare problemi di muffa.
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Secondo gli studi, i pannelli ottenuti dalla canapa sono, insieme a quelli di fibra di cellulosa, quelli con minore impatto ambientale sia a livello di produzione e di nocività nella messa in opera, che di smaltimento. Si tratta di pannelli in fibra vegetale compressa, detti CAF, che variano per densità e spessore e si ottengono dalla riduzione in trucioli dei fusti della pianta. Questi possono essere legati insieme da un collante derivato dal petrolio (poliestere) ma anche con amido di patate e colle naturali. Va detto che essendo un materiale poco diffuso spesso lo ritroviamo mescolato con altre fibre naturali quali kenaf, molto simile nelle caratteristiche organiche. Compattati ad alte temperature e sottoposti a forti pressioni, tra gli altri vantaggi è possibile installarli facilmente e con poche emissioni di polvere.
Per cominciare bisogna verificare che il materiale su cui posare l'isolamento non sia ancora bagnato o intriso di umidità derivante dalle piogge. Eventualmente va prima trattato. I pannelli isolanti vanno applicati mediante collanti coordinati con il tipo di pannello. Le malte adesive minerali sono facili da lavorare, hanno resistenza allo strappo molto elevato e possono essere usate in spessori abbastanza grossi. I collanti organici in dispersione invece solo su spessori molto sottili (max 1 mm) per garantire una buona essiccatura. Con l'uso di macchine si pratica il metodo a strisce, o a punti o a strisce. Manualmente si stende con una spatola una striscia di collante alta 2 cm e larga 5 cm sul bordo del pannello e due o tre chiazza al centro. Nella parte della zoccolatura soggetta a schizzi d'acqua va allineato un profilo di chiusura. I pannelli vanno incollati dal basso verso l'alto ed in maniera sfasata. Importante è che non ci sia circolo d'aria tra il muro e il pannello. Per una maggiore resistenza i pannelli vanno inoltre fissati con dei tasselli dopo la posa e alla fine il pannello va rasato e immersa la rete in fibra di vetro tessile.
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