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E, lo stesso, dal punto di vista meramente concettuale, vale per la definizione di abitazione di tipo economico perché chiunque sarebbe portato ad individuare delle imperfezioni e delle anomalie più facilmente, anche semmai solo sulla base di determinati preconcetti, in un’ abitazione di tipo economico piuttosto che in un’altra. Oggi infatti parlare di una abitazione di tipo economico non deve per forza di cose portarci a pensare che abbiamo per le mani una abitazione costruita con materiali di scarsa qualità. E quindi, per forza di cose, il primo elemento da analizzare è quello della fonte vale a dire del fatto che la definizione di abitazione di tipo economico poggia sui canoni ufficiali derivanti dal nuovo catasto edilizio urbano, discendente dal regio decreto legge n. 625 convertito in legge già nel 1939.
Nell’ambito del nuovo catasto edilizio urbano vi è la suddivisione di tutti i tipi di abitazioni in vari gruppi. Quello che ci interessa è il cosiddetto gruppo che ha per oggetto la disciplina e la definizione delle caratteristiche principali di tutti gli immobili a destinazione ordinaria. Tra questi, c’è la classe catastale A/3 che disciplina l’abitazione di tipo economico. La definizione che è presente è molto dettagliata ed esauriente infatti possiamo leggere a proposito di un’abitazione di tipo economico: “unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche di economia sia per i materiali impiegati che per la rifinitura e con gli impianti tecnologici limitati ai soli indispensabili; compatibili con la categoria anche le unità immobiliari di consistenza inferiore a quella propria delle abitazioni di tipo economico (mini-alloggi), con caratteristiche costruttive, tecnologiche, di rifinitura e dotazioni proprie della categoria”.
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