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Per realizzare un innesto a spacco occorre seguire delle fasi ben precise e in un periodo specifico, così facendo si potranno raggiungere risultati ottimali. L’innesto a spacco consiste nel mettere insieme la parte di una pianta sulla superficie di un altro esemplare a essa affine. Esso viene praticato per incrementare il rendimento della pianta, per mutarne il ciclo produttivo, per migliorarne la specie e per fare in modo che il nuovo esemplare produca maggiori varietà dello stesso frutto. L’innesto a spacco, per fare in modo che le parti di due piante diverse attecchiscano tra loro, sviluppando un nuovo e diverso germoglio, deve avvenire verso la fine della stagione invernale ed entro la prima metà del periodo primaverile. È conveniente sapere che, oltre alle diverse fasi da mettere in pratica, bisogna scegliere il giusto tipo d’innesto a spacco secondo la varietà di alberi su cui s’intende lavorare. A questo proposito, si può scegliere tra: innesto a spacco comune o diametrale e tra l’innesto a spacco inglese o a linguetta.
Per realizzare un innesto a spacco, come affermato in precedenza, si può scegliere tra quello comune o diametrale e quello inglese o a linguetta. La suddivisione in queste due sottocategorie è dovuta a una differenza del tipo di taglio e del posizionamento della marza. Quest’ultima è un ramo contenente tra le due e le tre gemme, che è stato reciso da un tipo specifico di pianta. L’innesto a spacco comune prevede l’incisione della pianta supporto proprio nel diametro del suo fusto. Esso deve essere di circa 5/6 centimetri. Dopo aver praticato lo spacco, s’inserisce una o più marze, le cui estremità sono state precedentemente tagliate a forma di cuneo per una lunghezza di 10 centimetri circa. Con l’innesto a spacco a linguetta, sia il portainnesto e sia la marza vengono tagliati in modo obliquo, andando a formare una sorta di dente che s’incastra alla perfezione sul portainnesto, e agevolando la nuova struttura nella formazione delle nuove e migliori gemme.
Per realizzare un innesto a spacco occorre avere a disposizione la giusta attrezzatura e una conoscenza base di questa pratica. La prima fase consiste nel recidere la marza da una pianta e praticare un taglio a forma di cuneo della lunghezza di circa 10 centimetri. È conveniente ricordare che la marza deve essere provvista di almeno due gemme, sennò può definirsi inutile alla pratica dell’innesto. Con un coltello precedentemente disinfettato e ben affilato, si pratica un’incisione nel portainnesto, ricordando di praticare un taglio che si adatti perfettamente a quello della marza recisa in precedenza. Dopo lo spacco, s’inserisce il ramo della pianta nel portainnesto. La posizione deve essere leggermente spostata rispetto al centro. Fatto questo, si sigilla il tutto con del comunissimo mastice, si lega il supporto con della rafia. Dopo qualche mese, quando cioè la marza e il portainnesto si sono legati tra loro formando un nuovo esemplare di pianta, si tolgono la rafia e il supporto in mastice in precedenza posizionato.
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