Coltivare l'euphorbia

Euphorbia: una varietà di piante resistenti e longeve

Se vi è stata regalata questa bellissima pianta grassa, oppure l'avete acquistata, avete in ogni caso fatto un ottimo affare! Infatti, è una pianta robusta, quindi richiede solo le cure indispensabili.

Al genere dell'Euphorbia appartengono piante erbacee, arbustive e succulente (o grasse): la più famosa, tra quelle non grasse, è la specie Pulcherrima o Stella di Natale, ove le brattee cambiano pigmentazione (da verdi a rosse). Comunque, la caratteristica principale che accomuna tutte queste piante è data dal fatto che il fiore è unisessuale, dunque, presenta entrambi gli organi riproduttivi. Inoltre, se recise, rilasciano una sostanza bianca e lattiginosa, urticante e tossica, perciò non sono soggette a malattie e non sono attaccate da insetti, come le cocciniglie o gli afidi. Insomma, sono piante resistenti e longeve.

Le piante succulente e quelle arbustive sono maggiormente indicate come piante da interni, mentre quelle erbacee, essendo più resistenti, sopravvivono anche se posizionate all'esterno, nei giardini o sui balconi. Da tutte le specie di Euphorbia esistenti in natura è possibile estrarre gomma e caucciù.

Euphorbia

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Quante sono le specie di Euphorbia presenti in natura?

Fiore dell'Euphorbia Le specie di Euphorbia sono più di 1200.Tra le specie "grasse" più importanti ci sono: Splendens o Milii, Trigona e Triaculeata.Consideriamo la Milii, nota anche come Spine di Cristo. Questa specie, infatti, è caratterizzata da fusti con spine prominenti ed acuminate; è una semi-succulenta, ossia una via di mezzo tra le piante grasse e le altre, più cespugliose. Le infiorescenze sono molto piccole e caratterizzate da fiori gialli e brattee rosse, ma ne esistono anche con differente pigmentazione. È una pianta da appartamento, non sopporta la siccità ed il caldo torrido. La Trigona è una pianta succulenta, i suoi fusti sono molto allungati e ramificati e la loro base è triangolare. Ai lati dei fusti, nelle parti più strette, si sviluppano le spine acuminate. Sono di colore verde scuro, con leggere macchie bianche o rosate. Hanno una crescita molto rapida e crescono bene negli appartamenti.

La Triaculeata deve il suo nome alla particolarità delle spine: per ogni tubercolo, infatti, si sviluppano tre spine. È una pianta che cresce molto lentamente ed è, comunque, consigliata solo a persone esperte.

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Come coltivare l'Euphorbia?

Varietà di euphorbia Vediamo alcune nozioni di base.

A differenza delle altre piante grasse, che sopportano temperature anche molto rigide, questa pianta preferisce vivere con un clima non troppo rigido e temperature di 10 - 15°C.

Inoltre, va annaffiata regolarmente, ma con moderazione, evitando i ristagni d'acqua. Dunque, durante il periodo invernale, gli interventi d'innaffiatura devono essere notevolmente ridotti, mentre vanno incrementati durante l'estate e in primavera, quando fa più caldo.

Per quanto riguarda l'esposizione al sole, bisogna ricordarsi che questa pianta necessita di luce. Nello specifico, va esposta alla luce diretta per almeno due o tre ore al giorno.

Riguardo, invece, la concimazione, poiché è una pianta che non è in grado di assorbire sali minerali, è fondamentale adoperare un concime ricco di potassio e fosforo. Ricordarsi, comunque, di bagnare prima la pianta con solo acqua e, solo in un secondo momento, diluire il concime in altra acqua e annaffiare.

Il substrato da utilizzare, per coltivare l'Euphorbia, deve essere sabbioso, misto a torba, in modo che sia drenante, non produca ristagni ma che rimanga umido.

I fiori di queste piante sono piccoli e poco appariscenti e prendono il nome di ciazi.


Coltivare l'euphorbia: Riproduzione dell'Euphorbia

La riproduzione può avvenire attraverso la germogliazione dei semi oppure attraverso il taglio per talea. È bene ricordarsi che, una volta recise, queste piante secernono un liquido irritante e a volte tossico, quindi bisogna maneggiarle con cura. Per eliminare questa sostanza, bisogna immergere la talea in acqua calda e, successivamente, lasciarla essiccare per venti giorni, prima di interrarla.


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