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Soffermandoci sulla posa di un ventilconvettore casalingo, possiamo distinguere due casi tipici: l'apparecchio lavora stand-alone, da solo, oppure inserito in un impianto a termosifone.
L'installazione di un termoconvettore "tutto in uno", non richiede particolari attenzioni. Si tratta quindi di estrarre l'apparecchio dal suo imballaggio, leggere con attenzione le istruzioni e posizionarlo secondo le nostre esigenze e il nostro gusto. Questo tipo di apparecchi hanno generalmente una finestrella con una griglia in basso, dalla quale prendono l'aria ambiente e un'altra griglia in alto, dalla quale l'aria riscaldata fuoriesce. Si faccia molta attenzione a mantenere libere le due griglie per evitare fenomeni di surriscaldamento che, sebbene sotto controllo dall'elettronica di bordo, potrebbero causare fastidi o danni anche seri. Visto che questi apparecchi sono alimentati a corrente elettrica, si faccia altrettanta attenzione a non danneggiarne il cavo e a connettere la spina in una presa ben solida e sicura. Considerate anche che l'assorbimento elettrico di un termoconvettore è molto alto e che, in una tipica residenza italiana, l'uso di tre apparecchi contemporaneamente, provoca il distacco dell'alimentazione elettrica dall'interruttore principale del quadro elettrico di casa!Un discorso più complesso riguarda la posa di termoconvettori che necessitano di essere allacciati ad un impianto di riscaldamento esistente.
Questi apparecchi utilizzano, per il riscaldamento del proprio scambiatore di calore, il fluido che circola nell'impianto preesistente, sovente riscaldato da una caldaia esterna. Necessitano quindi di un doppio allaccio: idraulico per l'alimentazione dello scambiatore ed elettrico per il funzionamento della ventola e delle unità di controllo. Per questo motivo la posa di un ventilconvettore con queste caratteristiche, va affidata a personale qualificato.Se volessimo dedicarci alla posa di un ventilconvettore, dovremmo innanzitutto decidere dove va messo, se attaccato ad una parete, magari sotto la finestra dove già esiste un termosifone, oppure in posizione più ardita, magari in alto, nascosto, in un punto dove non c'è alcun elemento preesistente.
Nel primo caso, abbiamo una notevole semplificazione data dalla preesistenza dell'impianto di riscaldamento: abbiamo cioè già pronti i due canonci tubi che alimentano il radiatore. Uno dell'acqua calda in arrivo ad esso e uno che riporta l'acqua raffreddata all'interno del circuito. In un radiatore tipico, posto nella parete sotto la finestra, questi due tubi sono facilmente identificabili: quello di carico (acqua calda in arrivo) ha una manopola di facile regolazione e sta di solito in alto. Quello di scarico (acqua raffreddata in uscita dal radiatore) in basso, con un rubinetto (detentore) che si regola solo con una chiave interna.Prendiamo le misura del vano dove vogliamo alloggiare il termoconvettore: altezza da terra della mensola della finestra, ampiezza del vano (generalmente la larghezza della finestra), posizione dei due tubi, di carico e scarico. Facciamoci un disegno del tutto o meglio ancora una fotografia, indicando le misura prese. Portiamole con noi quando andiamo dal rivenditore e facciamoci aiutare nella scelta, facendo molta attenzione agli attacchi ai rubinetti, alle dimensioni e agli ingombri. Una volta a casa, all'interno della confezione del prodotto, troveremo sicuramente tutte le istruzioni necessarie al corretto montaggio.
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