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Arredare la propria casa secondo il principio del design ecosostenibile non deve comportare la rinuncia allo stile o a complementi d'arredo di qualità. Durevolezza e solidità sono infatti tra le principali caratteristiche di questa corrente di pensiero, proprio per ridurre la quantità di rifiuti e di materiale di scarto tipici di mobili di scarsa fattura. Alcuni esempi di complementi e oggetti che hanno fatto la storia del design e che oggi sono stati convertiti in progetti ecosostenibili sono la Shell Chair dei fratelli Eames, icona di stile che attualmente viene fabbricata con fibra di vetro prodotta con tecniche a basso impatto ambientale e negli stessi colori della sedia originale. Anche Kartell, la nota casa milanese ha abbracciato questa scelta nella produzione di lampade e sedute.
Rimanendo fedeli al proprio stile e alle scelte personali è possibile arredare la propria casa nello stile minimalista, seguendo poche semplici regole. Prima di tutto no al superfluo, spesso in casa accumuliamo oggetti inutili e ingombranti che una volta gettati comportano un enorme dispendio di energia per essere smaltiti correttamente, pochi mobili fabbricati con materiali riciclabili o a basso impatto saranno sufficienti per contenere tutto quello che serve per il normale svolgimento delle attività familiari. Lo stile scandinavo si può considerare un esempio di minimalismo, con complementi puramente in legno non trattato, tessuti naturali e molto spazio libero. Particolare attenzione si dovrà prestare anche all'illuminazione, che dovrà essere ben progettata e a fluorescenza.
A differenza delle fibre naturali, pregiate ma spesso poco resistenti o non adatte ad impieghi che prevedono un'azione meccanica continua e invasiva, le fibre e i tessuti tecnologici sintetizzati a partire da biopolimeri sono più prestanti, resistendo facilmente allo sfregamento o alle lunghe esposizioni agli agenti atmosferici. Le ultime scoperte in ambiente tessile hanno portato alla fabbricazione di tessuti sintetici derivati da lana o cotone, adatti ad impieghi tecnici ma che mantengono le stesse caratteristiche di naturalezza. Affiancati a queste troviamo anche filati di bambù e soia che una volta trattati con processi a basso impatto ambientale si traducono in tessuti dall'aspetto simile a quello della seta, solo più resistente, di facile manutenzione e con un costo decisamente inferiore sia in tema di produzione che di vendita al dettaglio.
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